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Uchi Maius, 26
(12/2/2/26) Dedica all’imperatore Marco Aurelio, posta dal magister pagi [---] Fortunatus

Site (nom antique): Uchi Maius  Site (nom moderne) : Henchir ed-Douâmis.

Localisation: Tunisie.

Support: Base.

Description et état du monument: Base di statua (?) fratta in basso e danneggiata a sinistra, all’inizio con una frattura diritta, all’altezza delle ll. 8-10, che segue le aste verticali delle lettere e poi della F alla l. 11: secondo Merlin e Poinssot si trattava del bordo di una mortasa praticata intenzionalmente nella pietra in un momento posteriore, in seguito ad un reimpiego; una piccola scaglia, combaciante quasi perfettamente con la base stessa, conteneva la parte iniziale delle linee conservate.

Lieu de découverte: Henchir ed-Douâmis.

Conditions de découverte: Rinvenuta nel foro dal Gondouin presso la base di Settimio Severo.
Iscrizione non ritrovata.

Dimensions: 65/57/(?).

Datation du texte: 177.

Justificatif datation: Titolatura di Marco Aurelio (Kienast 1996, p. 139).

Écriture: Capitale.

Style écriture: Nesso NI alla l. 6 (GERMANI); interpunzione formata da hederae distinguentes.

Éd. Merlin & Poinssot 1908, pp. 34-35, nr. 16; CIL, VIII, 26250; Sanna 1993-1994, nr. 41; Ruggeri 1997, p. 140, nr. 6; Uchi Maius 2, 26.

Comm.: Ruggeri 1997, p. 138.

Hauteur min. lettres: 3. Hauteur max. lettres: 6.

Texte :

IMP❦CAES❦DIVI❦ANTO
NINI❦FIL❦DIVI❦VERI❦PART❦
MAXIMI❦FRATRI❦DIVI❦HADRI
ẠNI❦NEPOTI❦DIVI❦TRAIANI❦PART❦
[ . . . ]ṆEPOTI❦DIVI❦NERVAE❦AB❦NEPOTI❦
[ . . . . . ]ELIO❦ANTONINO❦AVG❦GERMA⁽NI⁾
[ . . . . . . . ]ẠTICO❦PONT❦MAX❦TR❦P❦XXXI❦
[ . . . . . . . ]II❦COS❦III❦P❦PATR❦
[---] F̣ORTVNATVS❦MVLTI
[ . . . . . . . . . . . ]ỌRIS❦ṂẠGISTERI❦SVỊ❦
[ . . . . . .---]

Imp(eratori) Caes(ari) Diui Anto-
nini fil(io) diui Veri Part(hici)
Maximi fratri diui Hadri-
ạni nepoti diui Traiani Part(hici)
[pro]ṇepoti diui Neruae abnepoti
[M(arco) Aur]elio Antonino Aug(usto) Germa⁽ni⁾-
[co Sarm]ạtico pont(ifici) max(imo) tr(ibunicia) p(otestate) XXXI
[imp(eratori) VII]II co(n)s(uli) III p(atri) patr(iae)
[---] F̣ortunatus multi-
[plicata hon]ọris ṃạgisteri(i) suị
[summa ---]

Type de texte: Hommage impériale

Traduction: All’imperatore Cesare, figlio del divo Antonino, fratello del divo (Lucio) Vero Partico Massimo, nipote del divo Adriano, pronipote del divo Traiano Partico, pronipote del divo Nerva, Marco Aurelio Antonino Augusto, Germanico, Sarmatico, pontefice massimo, durante la sua trentunesima potestà tribunizia, acclamato imperatore per la nona volta, già console per tre volte, padre della patria. ... Fortunatus, moltiplicata la somma relativa alla carica del suo magisterium.

Apparat critique: l. 8, VIIII per IX;
ll. 10-11, forse un frammento dell’iscrizione potrebbe essere identificato nel Cat. nr. 119.

Remarques : Base di statua dedicata all’imperatore Marco Aurelio nell’anno 177 da parte di un magistrato del pagus, in occasione della sua entrata in carica.
Le dediche a quest’imperatore e ai membri della sua famiglia non sono rare ad Uchi Maius (cfr. il commento al Cat. nr. 24). In questo caso nella titolatura compaiono per intero gli ascendenti del princeps, da Antonino Pio a Nerva (come nel Cat. nr. 24), che precedono il nome dell’imperatore, con l’inserzione, dopo Antonino Pio, del fratello di Marco Aurelio, Lucio Vero, ormai divinizzato (cfr. il Cat. nr. 25) e con il cognomen ex virtute Parthicus (Kneissel 1969, pp. 98-99; Kienast 1996, p. 144). Fra i cognomina di Marco Aurelio si noterà quello di Sarmaticus, caratteristico degli anni fra il 175 ed il 180 (Kneissel 1969, pp. 102, 104; Kienast 1996, p. 139).
Le motivazioni della dedica non sono chiare: nell’autunno del 176 l’imperatore era rientrato a Roma dopo un’assenza di ben otto anni, durante i quali, fra le altre cose, aveva visitato le principali capitali culturali dell’Oriente, l’Egitto ed Atene; il 27 novembre aveva deciso di associare ufficialmente Commodo al potere; il 23 dicembre aveva celebrato il trionfo e fatto erigere un arco onorario per ricordare le sue vittorie; trasferitosi a Lanuvium era rientrato a Roma per assistere all’entrata in carica di Commodo come console; nella capitale aveva ottenuto la IX acclamazione imperiale per una vittoria dei suoi legati sulle popolazioni nordiche, si era ammalato ed era stato curato da Galeno, si era occupato di numerosi casi dell’amministrazione civile e penale ed aveva seguito con apprensione l’evolversi della rivolta dei Mauri che interessava anche la penisola iberica (Herz 1978, p. 1175; Birley 1993, pp. 193-204). Nessuno di questi episodi sembra aver causato la decisione di [---] Fortunatus, un magister pagi, di elargire del denaro per costruire la base e probabilmente per innalzare la statua, una cifra aggiunta alla canonica summa honoraria versata per il conferimento del magisterium. È noto, infatti, che l’esercizio di una magistratura comprendeva il versamento di una summa (detta anche legitima) alla res publica, la cassa comunitaria; l’ammontare della somma era fissato ufficialmente e variava da ufficio ad ufficio. Non era rara d’altronde la pratica di versare un supplemento, sia al momento di entrare in carica sia nel corso del suo esercizio: essendo le pollicitationes (promesse di una spesa, di un versamento o più spesso di un opus) divenute moralmente obbligatorie, vi è anche chi considera come atto evergetico solo le ampliationes, come nel nostro caso. Queste, peraltro, proverebbero che i donatori sentivano l’atto evergetico come un obbligo verso la comunità di appartenenza e come il mezzo attraverso il quale convincere l’elettorato. L’atto evergetico si traduce frequentemente nella dedica di una statua all’imperatore (cfr. il commento al Cat. nr. 35), in un altare che ne celebri le imprese (Cat. nrr. 12-13) o più semplicemente in un’iscrizione commemorativa. Cronologicamente il fenomeno ha un suo sviluppo fra il principato di Marco Aurelio e dei Severi. Sull’argomento si vedano Veyne 1958, pp. 93-95; Beschaouch 1965-1966, pp. 157-162; Garnesey 1971, pp. 116-119; Jacques 1984, pp. 688-690, 772; Le Glay 1990 B, p. 87; Jacques & Scheid 1992, pp. 326-329, 429-434; Ughi 1997, pp. 218, 222 con ampia bibliografia.
I magistri erano le più alte cariche civili di un pagus, incaricati della gestione amministrativa all’interno della comunità per tutti quegli atti che non richiedavno l’intervento dei funzionari inviati dalla colonia madre di Cartagine (Veyne 1958, p. 102, cfr. anche il Cat. nr. 5; sui pagi, cfr. il Cat. nr. 29). Ad Uchi Maius sappiamo che i funzionari in questione, in carica per un anno, erano due e probabilmente erano eponimi (cfr. Introduzione § Le istituzioni ed il commento al Cat. nr. 29)
Del dedicante si è conservato solo il cognomen, Fortunatus, (cfr. il commento al Cat. nr. 330-331).

Trismegistos ID: 359533

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URI:http://petrae.huma-num.fr/120200200026

Antonio Ibba - 2023-04-07 20:12:41